Se dico Firenze cosa ti viene in mente?
La cupola di Brunelleschi e lo splendido skyline dal Piazzale, sicuramente, ma nella top 5 dei simboli della città figura sicuramente il David di Michelangelo.
Così celebre e popolare, questa statua, che in Italia (ma non solo) viene chiamata “Il David”: nei secoli è riuscita a conquistarsi addirittura un articolo, che la fa distinguere da tutte le altre statue di David (altrettanto belle e famose…ma non abbastanza)!
Ma perché il David di Michelangelo ha creato intorno a sé quest’aura magica?
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Se hai avuto la fortuna di ammirare dal vivo il David, quello originale, sai cosa significa restare a bocca aperta davanti a un’opera d’arte. Il fascio di muscoli, determinazione e possanza di questa scultura è incredibile… Ma sai che storia racconta?
David (nome ebraico di Davide) era un ragazzino imberbe che pascolava pecore, il più giovane di una numerosa famiglia con otto fratelli che abitavano a Betlemme al tempo del re Saul. Secondo l’Antico Testamento Davide fu scelto da Dio per comandare il popolo d’Israele. Per conquistarsi questo titolo si ritrovò, per puro caso, a combattere contro Golia, il più grande e forte combattente dell’esercito dei Filistei.
Davide si presentò dal temibile Golia armato di bastone, cinque pietre ben levigate e una fionda. Il ragazzo, deriso da Golia per la giovane età e la mancanza di armatura, sapeva di avere dalla sua parte l’arma più forte: il potere di Dio. Scagliò contro Golia una delle pietre, questa lo centrò in pieno volto e l’uccise. Davide, tra l’esultanza di tutti, prese la spada di Golia e gli tagliò la testa per portarla a Gerusalemme.
Questa storia è stata nel tempo rappresentata in tantissime opere d’arte e in ognuna di esse l’artista ha scelto un momento ben preciso dell’evento da immortalare. Nel caso del giovane Michelangelo (aveva solo 26 anni!!!) la scelta è caduta su uno dei momenti più catartici del combattimento e anche uno dei più insoliti: la concentrazione di David prima del lancio della pietra.
Lo notiamo subito dallo sguardo, uno dei più iconici della storia dell’arte, un misto di determinazione, sicurezza di sé e concentrazione, ombreggiato dai riccioli voluminosi della fronte. Il corpo è atletico, giovane, teso al massimo e modellato alla perfezione, con vene e tendini in risalto. Il collo è girato, lo sguardo osserva lontano, verso la stazza enorme del suo rivale.
La gamba destra sostiene tutto il corpo, la sinistra è pronta a scattare. Mani grandi, quasi sproporzionate, che Michelangelo ha messo in risalto, insieme alla testa, per sottolineare le parti più importanti.
La Sindrome di Stendhal davanti al David è quasi d’obbligo!
Era il 16 agosto del 1501 quando l’Opera del Duomo e l’Arte della Lana commissionarono a Michelangelo la realizzazione del David. Tempo prima avevano già messo mano allo stesso blocco di marmo Agostino di Duccio (1464) e Bernardo Rossellino (1476), ma avevano rinunciato all’impresa, perché il materiale scelto era di pessima qualità, tendeva a sgretolarsi ed era pieno di venature. La sfrontatezza della gioventù portò Michelangelo a cogliere la sfida, consapevole della fama che ne sarebbe derivata, e subito si mise al lavoro sul pezzo già sbozzato dai precedenti scultori.
Indubbiamente il giovane artista non deluse i suoi committenti e la fama del David lo accompagna ancora oggi.
Il capolavoro venne inaugurato il 25 marzo del 1504, accompagnato dalle acclamazioni di un popolo felice! Il David era così bello che l’Opera del Duomo decise di destinarlo a una nuova collocazione.
Originariamente, infatti, doveva essere innalzato su un contrafforte della cupola, ma la statua a quell’altezza non avrebbe potuto essere osservata e ammirata in tutta la sua bellezza e, inoltre, una scultura di 4 metri e 5 tonnellate di peso poteva essere pericolosa… E se fosse stata colpita da un fulmine o fosse caduta sulla piazza?
Per decidere la nuova collocazione venne istituita una commissione, che poteva vantare tra i suoi membri artisti del calibro di Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Perugino, Filippino Lippi, Andrea della Robbia.
Leggenda vuole che l’invidioso Leonardo, per adombrare la statua, volesse collocarla sotto la Loggia dei Lanzi. Alla fine prevalse la proposta di Filippino Lippi e il David venne posizionato di fronte a Palazzo Vecchio, dove oggi vediamo la sua copia, in modo che fosse ben visibile a tutti.
Sebbene il David sia stato commissionato dall’Opera del Duomo, esso incarna in sé valori politici molto forti e, negli anni in cui fu scolpito, i fiorentini lo sapevano bene.
Solo pochi anni prima, nel 1494, i Medici furono cacciati da Firenze. Negli anni successivi la città attraversa varie fasi, prima con Girolamo Savonarola e le sue prediche di fuoco, poi con la Repubblica guidata dal gonfaloniere Pier Soderini.
Quello repubblicano è un periodo favorevole per la città ma i potenziali pericoli esterni sono forti. Proprio come David, Firenze rimane silenziosamente concentrata in attesa degli avversari. I Golia della storia, i giganti all’apparenza più forti, intimoriscono Firenze, che però ha dalla sua parte il favore di Dio. La repubblica fiorentina, giovane e virtuosa come David, forte della sua fede può andare incontro alla vittoria.
La collocazione della scultura di fronte a Palazzo Vecchio conferma l’importanza politica dell’opera. Non dimentichiamo che Michelangelo è stato un grande fautore della Repubblica!
Non mancano aneddoti e curiosità intorno all’impresa di Michelangelo. Una delle più divertenti vede come protagonista Pier Soderini che, in quanto gonfaloniere di Firenze, fu chiamato per primo a visionare la scultura.
Egli, dopo averla osservata a lungo, esclamò: “Mah, bella è bella… Però, quel naso… Non l’avrai fatto troppo grande?”
Secondo la leggenda Michelangelo fece un bel sospiro, raccolse da terra un po’ di polvere di marmo, salì sulla scala e finse di dare qualche colpetto al naso, facendo cadere la polvere dall’alto. In questo modo illuse Soderini di aver effettuato qualche modifica al volto del David.
“Così va bene?” gli chiese dopo aver finito. “Ah sì sì” gli rispose quell’altro soddisfatto. “Così è proprio perfetto!”.
Questo simpatico aneddoto, più leggenda che verità, è però esemplificativo del carattere di Michelangelo che mai avrebbe accettato di modificare qualcosa della sua opera per volere di qualcun altro.
Intorno al 1870 si iniziò a pensare che l’opera di Michelangelo dovesse essere conservata al meglio dentro le mura di un museo e si commissionò a Clemente Papi una copia del David da lasciare in Piazza della Signoria. Mentre l’artista forgiava il suo David di bronzo, gli operai costruirono un carro che trasportasse l’originale nella Galleria dell’Accademia. Ci vollero ben 5 giorni di un torrido agosto del 1873 per completare l’operazione!
Il David giunse senza danni all’Accademia, dove ancora oggi possiamo ammirarlo in tutto il suo splendore. E la copia in Signoria?
I fiorentini criticarono aspramente la copia in bronzo del Papi perché non era fedele all’originale. Sicché fu spostata in piazzale Michelangelo, insieme alle copie in bronzo di Notte, Giorno, Crepuscolo e Alba delle Cappelle Medicee.
Per alcuni anni piazza della Signoria rimase priva del suo simbolo iconico, finché nei primi anni del ‘900 non fu posta la seconda copia in marmo realizzata da Luigi Arrighetti.
Ti sei mai chiesto quante copie del David sono state realizzate nella storia?
Escludendo tutte quelle vendute nei negozi di souvenir, esistono ben 16 copie 1:1 di questa straordinaria scultura. Sono sparse in tutto il mondo: a Londra, Copenaghen, Anversa, Los Angeles, Las Vegas, Philadelphia, California, Australia e India…
Il modo migliore per ammirare tutti i dettagli del David e scoprire altre storie e curiosità è visitare la Galleria dell’Accademia.
La vista della scultura originale è straordinaria. Non perdere l’occasione di incontrare il David di Michelangelo in tutto il suo splendore insieme a PartecipArt!