“Qui dove con i suoi confratelli Fra Domenico Buonvicini e Fra Silvestro Maruffi il XXIII maggio del MCCCCXCVIII per iniqua sentenza fu impiccato ed arso Fra Girolamo Savonarola dopo quattro secoli fu collocata questa memoria”
Girolamo Savonarola era un frate domenicano di origine ferrarese. Nel 1482 giunse per un primo breve periodo a Firenze ma non riscosse grande successo: pare che i fiorentini, più che ascoltare le sue prediche, si prendessero gioco di lui e del suo accento!
Nel 1489 venne richiamato in città da Lorenzo de’ Medici, probabilmente su suggerimento di Pico della Mirandola. Lorenzo non sapeva che quel frate sarebbe diventato uno dei nemici più infervorati della famiglia Medici! Savonarola fu nominato priore del Convento di San Marco e divenne presto noto per le sue prediche appassionate nelle quali condannava la corruzione dei costumi e la decadenza della Chiesa, sostenendo la necessità di una riforma morale e religiosa.
Nel 1492 morì Lorenzo il Magnifico e due anni dopo i Medici vennero cacciati da Firenze.
Volete scoprire il motivo? Partecipate al nostro tour dedicato ai Medici e scoprite successi e sventure della famiglia più celebre di Firenze!
Con i Medici fuori dai giochi, Savonarola acquisì ancora più potere, arrivando a dominare per qualche anno la scena politica fiorentina. Le sue prediche si inasprirono ulteriormente e vennero addirittura organizzati dei “falò delle vanità”, in cui opere d’arte, libri e suppellettili vennero dati alle fiamme. Una perdita terribile per la cultura fiorentina!
Il frate domenicano, ormai inviso a molti, tirò troppo la corda quando entrò in contrasto anche con il papa dell’epoca, Alessandro VI Borgia.
Osteggiato da parte della popolazione e in particolare dal partito filomediceo, nel 1498 Savonarola fu catturato e processato per eresia.
Dopo aver subito varie torture venne condannato a morte insieme ai suoi confratelli Domenico Buonvicini e Silvestro Maruffi. I tre frati vennero impiccati in Piazza della Signoria e i loro corpi vennero bruciati.
Le loro ceneri vennero disperse in Arno, per evitare che venissero raccolte dai seguaci di Savonarola che avevano assistito all’esecuzione.
“Ed ora mi impiccano, mi appiccano
Come un bengala a capodanno
Di me rimarrà un pugno di cenere da gettare in Arno”
Caparezza – Sono il tuo sogno eretico
Oltre alla lapide in sua memoria in Piazza della Signoria citata all’inizio, si può conoscere il frate ferrarese nella piazza a lui dedicata, realizzata nell’Ottocento in concomitanza con la creazione dei viali da parte di Giuseppe Poggi.
La scultura al centro della piazza è stata realizzata nel 1872 da Enrico Pazzi, autore anche della statua di Dante oggi collocata di fronte alla Basilica di Santa Croce.
Un altro luogo profondamente legato a Savonarola è naturalmente il convento di San Marco: nella cella a lui appartenuta sono oggi esposti alcuni oggetti legati alla sua figura.
Vuoi visitare il Convento di San Marco con una guida esperta e curiosa? Basta prenotare il nostro tour!
All’interno del convento di San Marco si può ammirare anche la cosiddetta “Piagnona”.
Di cosa si tratta?
È la storica campana di bronzo della chiesa e prese il nome dai seguaci di Savonarola, chiamati “Piagnoni” per via delle lacrime che versavano ascoltando il loro amato frate.
La campana suonava per convocare le folle alle prediche di Savonarola e nella notte in cui fu prelevato dal convento i suoi rintocchi furono l’allarme che chiamava a raccolta i fedeli del frate.
Dopo il suo arresto, la “Piagnona” venne portata in processione per le vie della città, mentre veniva violentemente frustata. Venne poi sistemata fuori dalle mura nella chiesa francescana di San Salvatore al Monte. Ritornerà in seguito nella sua collocazione originaria, per essere sostituita nell’Ottocento ed esposta nella sala del Capitolo di San Marco.
La mattina dopo l’esecuzione di Savonarola il luogo in cui il frate era stato giustiziato venne trovato coperto di fiori e foglie, un colorato dono da parte dei suoi sostenitori.
È nata così la cerimonia della Fiorita: il 23 maggio di ogni anno un corteo arriva in Piazza della Signoria, dove viene deposta una corona di fiori sulla lapide che ricorda il frate ferrarese, la cui memoria è stata con il tempo riabilitata.
Il corteo raggiunge poi Ponte Vecchio, dove la cerimonia si conclude con il lancio in Arno di alcuni petali di rosa.
Il frate ferrarese più celebre di sempre ha fatto la sua apparizione in vari film e fiction.
Indimenticabile la lettera che Benigni e Troisi scrivono al “Santissimo Savonarola” nel film “Non ci resta che piangere”.
Vi lasciamo con questo video, buona visione!