LA FESTA DI SAN GIOVANNI BATTISTA:
TRA STORIA E TRADIZIONE

Da bambina, finita la scuola, passavo i mesi estivi a casa dei nonni in Umbria. Ogni anno, puntualmente, la sera del 23 giugno prendeva atto un rituale che non poteva essere saltato: la raccolta dei petali di tutti i tipi di fiore presenti in giardino, che, una volta messi a macerare nell’acqua, avrebbero dato vita al “profumo di San Giovanni” la cui festa si sarebbe celebrata il giorno dopo, il 24 giugno.

Siamo cresciuti, ci siamo trasferiti tutti, compresa la mia nonna che era la vera promotrice di questa tradizione che in questo modo purtroppo si è persa, ma vivendo a Firenze la festa di San Giovanni torna ad essere un giorno importante.

Il Santo è infatti il patrono della città e il 24 giugno, giorno della sua nascita, a Firenze diventa l’occasione di grandi festeggiamenti. La storia della città è infatti da sempre legata a questa festa, che fin dalle sue origini è un momento di celebrazione religiosa, ma anche occasione per dimostrare la potenza politica, economica e commerciale del capoluogo toscano.

Festeggiamenti San Giovanni a Firenze
Jan Van der Straet - Marco da Faenza, I fuochi d'artificio per la festa di San Giovanni in Piazza della Signoria, 1558, Palazzo Vecchio, Firenze

LE ORIGINI DELLA FESTA DI SAN GIOVANNI TRA PAGANESIMO E CRISTIANESIMO

Nell’antichità il 24 giugno si festeggiava la dea Fortuna, per propiziare i raccolti estivi e la natura. Pochi giorni prima di questa festività, infatti, cade il solstizio d’estate (21 giugno): il giorno più lungo dell’anno. Da questo momento in poi le giornate cominciano ad accorciarsi e la luce inizia a cedere il posto alle tenebre della notte. Nella festa pagana era usanza accendere fuochi in segno di rafforzamento del sole, che lentamente perdeva forza rispetto alle tenebre. 

Questa data era così importante che venne mantenuta anche dopo l’arrivo del cristianesimo, dandole una connotazione molto più religiosa. In questa giornata, infatti, già i primi cristiani festeggiavano la nascita di San Giovanni Battista, nato esattamente sei mesi prima di Gesù. 

Dea Fortuna con cornucopia

Le prime testimonianze della festa di San Giovanni

Dai reperti archeologici e dai documenti possiamo affermare che probabilmente a portare a Firenze il culto di San Giovanni siano stati i Longobardi, in città dal 570 d.C. e promotori di questo culto come prova della loro romanizzazione.

La venerazione per il Santo però non finisce con loro, diventerà infatti rappresentante dell’arte della Lana, simbolo della città impresso sul fiorino, titolare del suo battistero fin dalla fondazione e patrono della città intera.

Le prime descrizioni della festa risalgono alla fine del 1300 e ci tramandano soprattutto cerimonie laiche, dove più che festeggiare il santo, si celebrava la Repubblica fiorentina.

Compaiono per la prima volta tutte quelle cerimonie che saranno in seguito legate a questa festa: l’offerta dei ceri e dei palii al Battista, la sfilata dei fiorentini in base al loro ceto sociale e l’esposizione dei prodotti delle più alte manifatture fiorentine nella zona del paradiso, tra il Battistero e il Duomo.

A queste si aggiunsero poi le processioni solenni dove sfilavano sia i cittadini che i corpi ecclesiastici esibendo i loro carri sempre più sfarzosi, e il Palio dei Berberi, una corsa di cavalli senza fantini.

Giovanni Toscani, Cassone con Presentazione del Palio del Battistero, XV sec., Museo del Bargello, Firenze
Giovanni Toscani, Cassone nuziale con il Palio di San Giovanni di Firenze, XV secc., Cleveland Museum of Art

La corsa dei cavalli nella tradizione medievale era un gesto di scherno verso il nemico assediato e si prendeva solitamente in causa il santo protettore della città che doveva assicurare il successo sul nemico.

Il Palio per San Giovanni si correva tradizionalmente partendo dal Ponte alle Mosse fuori della Porta al Prato, poi si percorreva Borgo Ognissanti e Via della Vigna Nuova, si attraversava Mercato Vecchio e si proseguiva lungo il Corso, per arrivare fino alla Porta alla Croce, dove la gara terminava.

I Medici e il valore politico di San Giovanni a Firenze

Questo fitto calendario di eventi aveva messo da parte il valore religioso della festa che più che altro era diventata occasione per le famiglie più ricche per manifestare la loro ricchezza e la loro potenza.

Ovviamente la famiglia Medici inizia a spiccare tra le altre e anche la festa di San Giovanni inizia ad entrare nel loro monopolio.

Se la loro impronta era evidente già dai tempi di Lorenzo il Magnifico, diventa ancora più calcata quando,con il ducato, la festa diventa occasione per celebrare la famiglia. L’offerta dei ceri diventa l’offerta degli omaggi, ora rivolti al Granduca Medici e non più al Santo.

In questo senso bisogna leggere una delle modiche sostanziali che vengono apportate alla festa: l’introduzione del Palio dei Cocchi, competizione che inizia ad esserci dal 1563 con il granduca Cosimo I. Quattro carrozze tirate da due cavalli e differenziate dai colori dei diversi quartieri dovevano fare il giro di piazza Santa Maria Novella intorno a due mete di legno, che ancora oggi sono ricordate dai due obelischi presenti nella piazza.

Palio dei cocchi - Firenze
Giovanni Signorini, Il Palio dei Cocchi, 1844 c.

LA FESTA DI SAN GIOVANNI a firenze OGGI

Tra sacro...

Oggi è il sindaco ad aprire la manifestazione, riprendendo l’antico senso civico e politico della festa. Rimangono molte delle cerimonie caratteristiche connotate però, da un aspetto più religioso. Il corteo guidato dal gonfaloniere della città parte da Palazzo Vecchio per arrivare al Battistero di San Giovanni dove i tradizionali ceri vengono offerti al Santo Patrono. Ad accogliere la processione in quello che in passato era chiamato il  Paradiso: l’arcivescovo di Firenze che guida poi la folla all’interno del Duomo dove viene celebrata la Santa Messa.

San Giovanni Battista Firenze Battistero

...e profano

Durante la giornata sono organizzate varie iniziative cittadine in attesa della finale del Calcio Storico.

Quando si parla di Calcio Storico (o Calcio in Livrea, per usare il nome con cui era definito anticamente questo gioco) dobbiamo tenere ben presente la data del 1930, quando in epoca fascista viene istituzionalizzato l’antico gioco inattivo dal 1902. Fu in quel momento che prese forma l’attuale manifestazione con la finale a chiudere la Festa di San Giovanni e le quattro squadre legate ai Quartieri fiorentini: i Bianchi d’Oltrarno, i Verdi di San Giovanni, gli Azzurri di Santa Croce e i Rossi di Santa Maria Novella.

Calcio storico - rievocazione storica Firenze

La partita dell'Assedio del Calcio Storico

Una partita di calcio fiorentino in piazza Santa Croce nel 1688-2

Le partite di Calcio Storico che si svolgono ogni anno in occasione della festa di San Giovanni si ispirano a un celebre evento storico: la Partita dell’Assedio.

Siamo nel febbraio del 1530, Firenze è alla fine della sua stagione repubblicana, i Medici sono stati cacciati da qualche anno e in città governa il gonfaloniere Pier Soderini. Ma torniamo indietro…

L’imperatore Carlo V ha preso Roma con la forza (nel celebre Sacco di Roma del 1527) e si appresta a intessere rapporti diplomatici con il nuovo alleato papa Medici, Clemente VII, per far tornare a Firenze la famiglia di banchieri e avere così il sostegno della Chiesa.
Sale quindi in Toscana nell’ottobre del 1529 con il suo esercito per conquistare la città e imporre il nuovo governo mediceo, ma non si aspettava la temibile resistenza dei fiorentini, poco disposti a perdere la propria indipendenza con facilità.

Dovrà combattere per più di un anno contro la città prima di entrare trionfante a Firenze dalla porta principale. Durante questo periodo di assedio i fiorentini patirono la fame e la malattia ma il loro spirito non si placò mai, tanto che il 17 febbraio del 1530, poco prima della resa finale, i cittadini stremati e indeboliti decisero di giocare la consueta partita di Calcio in piazza Santa Croce per festeggiare il Carnevale e per sbeffeggiare quell’imperatore tanto borioso. 

Sarà proprio questa famosa partita a ispirare gli organizzatori della revocazione storica del Calcio storico fiorentino che nel Novecento diedero vita alle violente partite di piazza Santa Croce.

fochi di San Giovanni

I fochi di San Giovanni

A chiudere la giornata un grande spettacolo di fuochi d’artificio, che ci riporta alle origini della festa, al solstizio d’estate e alla contrapposizione luce e ombra.

Ecco quindi che i fuochi diventano un aiuto al sole per ritrovare la sua forza, quando ormai a prevalere è la luna, legata ai culti femminili della raccolta delle erbe officinali o dei petali profumati, che facevo insieme alla mia nonna la notte di San Giovanni.

 

Vuoi conoscere la storia delle magiche colonne rosse del Battistero? Leggi il nostro articolo!

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3 Responses
  1. Pansy

    eccellente, così come impressionante sito blog.
    Ho davvero intenzione di ringraziarvi, per averci dato una migliore informazioni.

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