“Entra e respira. Lascia il resto in città, tanto qui non c’è posto per clacson, smog o affari. L’unica cosa che conta, abbracciati e protetti da queste mura d’alberi, è la vita. Ne avverti il profumo, ne percepisci i movimenti, la scopri sotto l’ultima delle foglie o tra i rami più alti, la senti scorrere nei rivoli d’acqua. Se ti fermerai abbastanza la sentirai scorrere anche dentro di te.”
È con queste parole che un luogo straordinario spalanca le sue braccia, o meglio, i suoi rami al visitatore: è il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, 36.000 ettari di area protetta oggi equamente divisa tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.
I chilometri di sentiero percorribili dagli amanti della natura sono oltre 600 e offrono panorami e curiosità uniche: tra boschi di faggi, querce, castagni e abeti, tracce di animali selvatici e importanti memorie storiche ce n’è davvero per tutti i gusti!
All’inizio di febbraio abbiamo avuto la fortuna di esplorare il Parco nella sua versione invernale, quando le poche persone presenti, gli alberi spogli e il silenzio interrotto solo dal rumore dei passi sul terreno creano un’atmosfera particolarmente suggestiva.
Uno dei periodi migliori per visitare questo luogo è però la primavera quando la natura si risveglia, le foreste tornano verdi e spuntano fiori di tutti i colori: una gioia per gli occhi e per il cuore!
Il Parco conserva i segni di una spiritualità antica, che si inserisce armoniosamente nel paesaggio. Abbarbicato sopra a una roccia sorge il santuario della Verna, scrigno di storia e cultura legato alla figura di San Francesco.
Nel 1213 il conte Orlando Cattani donò al frate e ai suoi compagni il Monte della Verna, dove vennero inizialmente costruite alcune cellette e una piccola chiesa. Secondo la tradizione cristiana è proprio alla Verna che, nel 1224, San Francesco ricevette le stimmate: da quel momento il luogo divenne sacro e iniziò a essere meta di pellegrinaggio.
Nel secolo successivo venne edificata una chiesa più grande, insignita in seguito del titolo di basilica, che fu terminata solo nel 1509 con il contributo dell’Arte della Lana di Firenze. L’edificio accoglie alcune opere in terracotta invetriata di Andrea della Robbia e dei suoi seguaci, ma soprattutto conserva in una teca un saio appartenuto, secondo la tradizione, a San Francesco.
L’ampio piazzale davanti al santuario è dominato da una croce di legno che svetta alta nel cielo: siamo a 1128 metri di altitudine e il panorama sulla valle del Casentino è straordinario.
Da qui alcuni gradini permettono di scendere in una gola per raggiungere il cosiddetto sasso spicco: questa cappella naturale, prediletta da San Francesco per la preghiera e la meditazione, deve il suo nome a un grosso masso sospeso nel vuoto.
Al di là del fatto che si sia o meno credenti, è impossibile rimanere indifferenti al misticismo che trasmette questo angolo di mondo, intriso di una sacralità che riempie ogni cosa, dalle immense rocce agli alberi secolari. Non stupisce che qui San Francesco si sia sentito vicino a Dio come in nessun altro luogo.
Il santuario della Verna è visitabile durante tutto l’anno ma con orari diversi in base alle stagioni:
ORARI
Visita al Santuario dalle 7:00 alle 21:00
Foresteria per chi alloggia dalle 8:00 alle 20:30
Cappella delle Stimmate dalle 8:00 alle 17:00 (in inverno); dalle 8:00 alle 19:00 (in estate)
Botteghino (Souvenirs – Libreria – Prodotti dell’Antica Farmacia) dalle 10:00 alle 18:00
Museo dalle dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 13.00 alle 16.00 (orario valido per il sabato, la domenica e festivi e tutti i giorni nel periodo luglio – agosto).
DOVE DORMIRE
Rifugio Casa Santicchio (Chiusi della Verna)
Il territorio delle Foreste Casentinesi ospita un altro centro spirituale di grande rilevanza: è l’eremo di Camaldoli, fondato da San Romualdo nel 1012. Qui il santo diede vita a quella che diventerà la casa madre dell’ordine benedettino dei camaldolesi. Anche in questo caso il benefattore fu un nobile aretino che donò al monaco e ai suoi seguaci il terreno sul quale verrà edificato l’eremo e, successivamente, il monastero.
Le due strutture accolgono ancora oggi alcuni monaci appartenenti all’ordine: quelli che abitano nell’eremo conducono una vita più appartata, dedicandosi alla preghiera e alla meditazione per lo più in solitudine, mentre nel monastero sono frequenti i momenti comunitari e di condivisione.
Nel corso dei secoli a Camaldoli i monaci si sono presi cura della natura con la quale vivevano in comunione e con la loro opera hanno disegnato il paesaggio, contribuendo alla conservazione e valorizzazione di quello che il monaco Salvatore Frigerio ha definito come “un mondo che non è solo una riserva di alberi e di animali, ma che, proprio perché è un mondo, è un risultato di vite, di storie, di processi, di testimonianze, di ricerche, di fatiche, di lotte e di successi, di sconfitte e di vittorie, di solitudini e di incontri”.
Orari dell’Eremo:
Orario invernale
Da Lunedi al Sabato: 9.00 – 12.00 e 15.00 – 17.00
Orario estivo
Da Lunedi al Sabato: 9.00 – 12.00 e 15.00 – 18.00
Orari del Monastero:
Orario invernale
9.00 – 13.00 e 14.30 – 19.00
Orario estivo
9.00 – 13.00 e 14.30 – 19.30
IN AUTO
Dalla Toscana
Il Parco è raggiungibile con la A1 (Milano-Roma), ai caselli di Barberino del Mugello, Firenze e Arezzo:
Da Barberino, superato Borgo San Lorenzo, e da Firenze, per la SS. 67, si raggiungono i Comuni di San Godenzo e Londa.
Da Firenze, dopo Pontassieve, si devia per la SR 70 e si raggiungono i Comuni di Pratovecchio Stia, Poppi e Bibbiena.
Da Arezzo, per la SR 71, si raggiungono i Comuni di Bibbiena, Poppi e Pratovecchio Stia; da Bibbiena, con la SP 208, si raggiunge il Comune di Chiusi della Verna.
Dalla Romagna
Il Parco è raggiungibile con la A14 (Bologna-Rimini), ai caselli di Faenza, Forlì e Cesena:
Da Faenza, risalendo la valle del Tramazzo si raggiunge il Comune di Tredozio.
Da Forlì, risalendo le valli del Montone (SS 67), del Rabbi (SP 3) e del Bidente (SP 4), si raggiungono rispettivamente i Comuni di Portico-San Benedetto, Premilcuore e Santa Sofia.
Da Cesena, risalendo la valle del Savio con la E45, si raggiunge il Comune di Bagno di Romagna.
IN TRENO
In Toscana il Parco è raggiungibile in treno dalle stazioni di Bibbiena, Poppi, Pratovecchio e Stia nel versante casentinese e dalla Stazione di Pontassieve e Contea-Londa nel versante mugellano.
In Romagna il Parco è raggiungibile in treno dalle stazioni di Faenza, Forlì e Cesena.
IN AUTOBUS
In Toscana il Parco è servito dalle linee Etruria Mobilità e Autolinee Mugello Valdisieve
In Romagna il Parco è servito dalle linee bus extraurbane Start Romagna
Mi piacerebbe tanto poter visitare questi luoghi, sembrano molto suggestivi! 😌 Grazie per averci illustrato queste bellezze